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Consiglio | 10.06.2020 | 11:59
Lavori Consiglio: Reddito di base universale, autonomia finanziaria - CON VIDEO
Mozioni di Movimento 5 Stelle e Partito democratico - Liste civiche.
La seduta del Consiglio della provincia autonoma di Bolzano è iniziata questa mattina con la presentazione della mozione n. 287/20: Reddito di base universale in provincia di Bolzano, con la quale Diego Nicolini (Movimento 5 Stelle), spiegando che il reddito di base è un trasferimento monetario incondizionato, finanziato per via fiscale, erogato a tutte e tutti i residenti in una determinata comunità politica, spendibile sulla base delle preferenze dei destinatari, volto ad assicurare una somma di denaro sufficiente a condurre un’esistenza autonoma e degna, e che non va confuso con una politica pubblica di contrasto alla povertà o di sostegno all’occupazione, spiegava che all’interno della logica di mercato il consumatore-lavoratore trova sempre più difficile l’accesso al mercato del lavoro, collocandosi nell’identica posizione di un prodotto che non ha più mercato o che non realizza più margini per l’azienda, e che se è pacifico che parlando di prodotti si cesserà la produzione, la si delocalizzerà o si penserà ad uno dei meccanismi tali da ridurre il costo marginale per unità prodotta, a oggi non appare altrettanto pacifico che tale meccanismo possa applicarsi anche all’essere umano. L’associazione lavoratore/prodotto sembra essere il perno del ragionamento che ha condotto alla situazione attuale con ampie fasce della popolazione al di sotto della soglia di povertà assoluta o relativa; il consumatore-lavoratore che non riesce ad essere “vendibile” sul mercato percepisce un senso di alienazione assimilabile a quello di un prodotto che ha terminato il suo ciclo di vita. Tale sensazione, secondo il consigliere, genera un forte senso di precarietà e induce l’individuo a ritrovarsi in una condizione di vulnerabilità: bisogna quindi cambiare il paradigma. Facendo riferimento a un esperimento connesso con un reddito di base condotto in Finlandia nel 2017-2018, che ha dimostrato che l’impatto sul benessere generale dei partecipanti è stato maggiore rispetto a quello sull’occupazione, e aggiungendo che di fatto l’occupazione non dovrebbe essere lo scopo finale del reddito di base universale, che va inteso piuttosto come un intervento sociosanitario, e calcolando che una misura di reddito di base nei termini indicati potrebbe avere un impatto, in provincia di Bolzano, pari a 355.000.000 €, vale a dire al 20% dell’attuale budget destinato a salute e sociale, il consigliere proponeva quindi di impegnare la Giunta (1) a implementare uno studio di fattibilità per introdurre un Reddito di Base universale provinciale all’interno delle misure di prevenzione sociosanitaria, (2) introdurre dei tavoli tecnici di confronto per l’implementazione del Reddito di Base universale svincolato dalla logica assistenziale, (3) ripensare la ripartizione delle spese all’interno del bilancio provinciale in ottica dell’introduzione del Reddito di Base universale a partire dal prossimo biennio. Nicolini ha concluso sostenendo che non si tratta di una misura di sinistra, tanto che è sostenuta da persone come Mark Zuckenberg, Bill Gates ed Elon Musk, nonché papa Francesco.
Brigitte Foppa (Gruppo Verde) ha ricordato che pioniere della proposta fu l’ex co-portavoce dei Verdi Sepp Kußtatscher, secondo cui “a questo mondo c’è abbastanza per tutti”. Si tratta di un reddito incondizionato, che eviterebbe tutte le spese amministrative normalmente legate a simili misure, che in germania coprono ⅓ dei costi. Un sistema del genere permetterebbe alle persone di avere tempo da mettere a disposizione della comunità.
Paul Köllensperger (Team K) ha sostenuto di aver approfondito il tema, e che il problema per l’Alto Adige è che non ha le competenze per la riforma fiscale che richiederebbe questa misura. Ridurre il tempo di lavoro dei singoli è auspicabile, e la razionalizzazione digitale del lavoro lo permette; anche i soldi ci sarebbero. Alcuni Stati, tra cui anche la Finlandia, con un sistema welfare molto solido, hanno fatto l’esperienza che l’introduzione di questo reddito di base farebbe risparmiare molti costi e burocrazia. Il Team K condivide l’idea della mozione, che segna l’inizio della discussione: Köllensperger ha auspicato la creazione di un gruppo di lavoro in merito.
Per Alessandro Urzì (L’alto Adige nel cuore - Fratelli d’Italia) la mozione andava respinta, perché dare soldi senza condizioni era diseducativo, lontano da una visione di una società giusta, dove tutti hanno gli stessi diritti e opportunitá, ma poi ciascuno mette in campo la propria intelligenza, passione, le proprie qualità. La visione della mozione invece appiattisce e rende tutti uguali. Il paragone con la Finlandia non è omogeneo, si tratta di realtà molto diverse, ma è ovvio che chi riceve un reddito incondizionato ha meno sintomi di stress e depressione. C’è una visione non socialista che riconosce il merito e la produttività, e prevede che le istituzioni intervengano per aiutare chi rimane indietro.
Magdalena Amhof (SVP) ha riferito che sul progetto finlandese c’erano grandi aspettative, ed è vero che le persone stavano meglio psicologicamente, ma non ci sono state ripercussioni sul mercato del lavoro. Le persone si definiscono tramite la professione e i risultati che raggiungono, come dimostrano le difficoltá di accettazione che hanno coloro che in seguito alla crisi da coronavirus sono stati messi in cassa integrazione. Bisogna quindi spendersi, piuttosto, per posti di lavoro buoni e giusti, senza allontanarsi da un sistema sociale che di fondo funziona bene. Se si parla di finanziabilitá, bisogna poi affrontare il tema delle entrate fiscali, su cui non si ha la competenza.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha detto che di primo acchito la misura può sembrare positiva, per la libertà che darebbe alle persone, ma rappresenta la fine della società solidale, che si basa sul presupposto che chi ha più bisogno riceve più aiuto. anche in alto Adige si è visto che il sistema dei sussidi a pioggia non funziona, come si è visto per il sussidio casa che ha avuto come effetto un aumento dei canoni di locazione. Opportuna è invece la discussione su una pensione minima incondizionata.
Ulli Mair (Die Freiheitlichen) si è espressa contro la proposta e ha condiviso la posizione di Köllensperger: se si dovesse procedere, allora con una riforma fiscale. Inoltre, servirebbe una drastica riduzione burocratica. C’è però preoccupazione per la trasformazione della societá in una società delle vacanze, e per la svalutazione del valore del lavoro. È più opportuno aiutare chi ha bisogno, senza colpa, piuttosto che aiutare tutti senza che debbano dare qualcosa in cambio. Vanno valutate anche le conseguenze psicologiche sulla società: un reddito di base incondizionato sarebbe un modo per tenere buono il popo, mantenendolo inattivo e poco critico.
Hanspeter Staffler (Gruppo Verde) ha ammesso che l’idea supera le competenze provinciali, ma va comunque valutata, perché nel corso del tempo potrebbe essere attuata. Alcuni hanno detto che si tratterebbe della fine dello Stato sociale, ma secondo il filosofo Precht questa misura è invece la salvezza dello Stato sociale. è vero che la Costituzione dice che la Repubblica è fondata sul lavoro, ma non parla certo di lavoro dipendente: molti lavorano a casa o sono attivi nel volontariato. Sarebbero poi salvati tutti i posti di lavoro in cui ci si occupa di altre persone, tuttavia bisogna prepararsi all’ulteriore digitalizzazione del mercato del lavoro, che farà perdere molti posti.
L’ass. Waltraud Deeg, apprezzando il dibattito sul tema, ha riferito che già da prima della crisi da coronavirus la Giunta aveva avviato la discussione in merito.La quetsione riguardava in primis la distribuzione delle risorse: sarebbe difficile spiegare che una quota del bilancio viene utilizzata in questo modo, considerando anche che l’anno prossimo mancheranno molte entrate e bisognerà ridefinirlo, cercando di mettere a disposizione di tutti i fondi necessari. L’art. 3 della Costituzione porta un principio di uguaglianza, ma non c’è nulla di più ingiusto che trattare allo stesso modo situazioni molto diverse, bisogna chiedersi inoltre chi pagherá tutto questo, “come i nostri figli e nipoti saranno in grado di sostenere questa società”. L’assessora si è detta comunque disponibile ad affrontare un dibattito politico al riguardo, ribadendo che bisogna agire pensando alle generazioni future. Nicolini ha ringraziato l’assessora e tutti gli intervenuti per i loro spunti interessanti, e aggiunto che l'introduzione del reddito di cittadinanza ha dimostrato che l’85% dei percettori non sono in grado di svolgere un lavoro, per condizioni fisiche e psicologiche. A Urzí e Amhof ha risposto che nessuno sarebbe disposto a rinunciare al proprio stress per un reddito che dà la sussistenza minima, a meno di non dedicarsi a qualcos’altro, e che collegare la dignitá delle persone a una prestazione è il vero problema, anche perché si sta andando incontro a una societá che non permetterá a tutti di inserirsi nel mondo del lavoro. La mozione è stata respinta con 11 sì, 19 no e 2 astensioni.
È stata quindi discussa la mozione n. 267/20: Azioni strategiche per il mantenimento e lo sviluppo dell'autonomia finanziaria, con la quale Sandro Repetto (Partito Democratico - Liste civiche), premettendo che il Trentino-Alto Adige rappresenta una situazione assolutamente specifica, sia per rilevanza quantitativa che qualitativa delle funzioni effettivamente esercitate dalla Regione autonoma e, soprattutto, dalle Province autonome di Trento e Bolzano, sia per ciò che concerne le competenze proprie che quelle delegate, che l’incidenza della spesa pubblica a carico del bilancio statale nella Provincia e nella Regione è minoritaria, in relazione alle estese competenze trasferite e delegate ai medesimi enti, che Provincia autonoma di Bolzano finanzia integralmente con risorse del proprio bilancio spese in settori quali la sanità, l’istruzione, la finanza locale e altre, alle quali si aggiunge l’importante onere relativo al contributo al risanamento della finanza pubblica che la Regione e le Province autonome riconoscono allo Stato, e che le sole spese rilevanti rimaste a carico dello Stato sono quelle di carattere unitario, evidenziava che la rilevanza qualitativa e quantitativa delle funzioni esercitate dalle due Province autonome di Bolzano e Trento, finanziata prevalentemente con risorse derivanti da devoluzioni di tributi erariali la cui misura è condizionata dalle politiche fiscali dello Stato, determina la necessità di poter disporre e utilizzare della leva del debito da finalizzare a investimenti in chiave di crescita economica e sociale. Tuttavia, l’attuale normativa in materia di debito comprime l’utilizzo di questo essenziale strumento, prevedendo limiti che non tengono conto della particolare rilevanza delle funzioni esercitate dalle Province autonome. Per questo, egli chiedeva di impegnare la Giunta provinciale a (a) promuovere, d’intesa con la Regione e la Provincia autonoma di Trento, un confronto con il Governo finalizzato a dar vita a una nuova fase di sviluppo dell’autonomia dell’Alto Adige che possa garantire stabilità di risorse, certezza e programmabilità della spesa, (b) promuovere a tal fine, nei confronti del Governo, da parte della Regione e delle Province autonome un adeguamento delle disposizioni costituzionali e statuarie volto a riconoscere competenza integrale in materia tributaria alla Regione e alle Province autonome per garantire ai medesimi enti piena autonomia nella definizione delle entrate, (c) valorizzare, nella fase intermedia del percorso di revisione di cui al punto b, nella consapevolezza della difficoltà e dei tempi necessari al raggiungimento dell’obiettivo, la disposizione normativa contenuta nel disegno di legge di bilancio dello Stato per il 2020, finalizzata a garantire la neutralità per il bilancio delle Province autonome e della Regione dagli effetti negativi derivanti da modifiche della disciplina statale relativa ai tributi erariali ed ai tributi propri derivati attraverso un adeguamento delle misure del concorso dei predetti enti al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica nazionale; nel caso in cui tale disposizione non venisse confermata durante l’iter di approvazione in Parlamento, andrà promosso un confronto con il Governo per procedere ad un aggiornamento del Patto di garanzia sottoscritto nel 2014 coerente con i contenuti della norma sulla neutralità descritta nonché per prevenire ad una modifica dello Statuto di autonomia che preveda la definizione di una normativa specifica in tema indebitamento, che consenta alle Province autonome di pianificare e finanziare, gli investimenti necessari allo sviluppo del proprio territorio, nel rispetto delle norme costituzionali sull’equilibrio dei bilanci, (d) attivarsi con lo Stato per dare concreta attuazione a quanto previsto dall’articolo 82 dello Statuto attraverso intese con i ministeri competenti e accordi operativi con le agenzie fiscali diretti a disciplinare l’attività di accertamento dei tributi nel territorio “della provincia di Bolzano” (corretto).
Sven Knoll (SÜD-TIROLER FREIHEIT) ha contestato la prevista intesa con la Regione e la Provincia autonoma di Trento, che è stato anche il vero problema che ha bloccato l’esito della Convenzione sull’Autonomia. La responsbailitá va lasciata alla Provincia. Il consigliere si è detto comunque d’accordo a puntare all’autonomia finanziaria, sottolineando tuttavia che l’autonomia si è dimostrata fragile in un periodo di crisi come quello da coronavirus: ci vuole quindi una sovranità finanziaria.
Alessandro Urzì (L’alto Adige nel cuore - Fratelli d’Italia) ha ricordato che l’imposizione fiscale comporta onori e oneri, permettendo di mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Un timido approccio a questa materia, che ha un certo fascino, comunque, c’è stato. Repetto parla anche della regione, ma ne vanno valutati i margini d’azione, inoltre va considerato l’eventuale contributo della provincia in caso di emergenze nazionali. la mozione è un assegno in bianco.
Hanspeter Staffler (Gruppo Verde) ha ricordato che l’idea della sovranitá finanziaria esiste da decenni. L’autonomia finanziaria è raggiunta al 90%, dato che la Provincia può mantenere il 90% delle entrate fiscali. Bisogna considerare anche il principio della solidarietà, che dovrebbe valere a livello europeo come a livello statale: in Germania gli Stati meridionali sono pagatori netti a confronto di quelle settentrionali, e forse anche in Italia c’è bisogno di un’imposta di solidarietá per le altre regioni.
Secondo Myriam Atz Tammerle (STF) la crisi da coronavirus ha evidenziato l’esistenza dei confini e la forte presenza dell’Italia, così come la dipendenza della provincia di Bolzano da altre regioni, e dai relativi dati meno buoni, per quanto riguarda il turismo. Il confine si sente di nuovo, e la situazione dello Stato italiano, responsabile di una situazione finanziaria negativa, peggiorerá con gli aiuti post crisi. Bisogna quindi allontanarsi da questo Stato e spostare il confine verso sud.
Carlo Vettori (Alto Adige Autonomia) ha detto che la mozione “non sembrava nemmeno scritta dal PD”; egli era a favore ma si chiedeva se anche il PD di Roma l’avrebbe recepita favorevolmente, muovendosi su binari paralleli. L’unica perplessità riguardava il punto (c), perché discutere col Governo centrale vorrebbe dire andare alle calende greche.
Andreas Leiter Reber (Die Freihietlichen) ha ritenuto che la maggior parte dei temi discussi in Consiglio riguardassero i confini e le competenze, che creano difficoltà. La proposta di repetto va nella direzione delle conclusioni della Convenzione sull’Autonomia, che si è concentrata sul futuro della provincia e gli strumenti necessari a garantirli al meglio. Widmann aveva proposto di pagare 15 mld per conquistare la libertà: ora sarebebro 18 i mld necessari, la proposta diventa sempre più cara. L’Italia è un bellissimo Paese con tanta cultura, ma nessuno vorrebbe farsi amministrare da questo stato.
Rita Mattei (Lega Salvini Alto Adige Südtirol) ha detto di essere pure rimasta piacevolmente sorpresa dalla proposta di repetto, perché il PD non è mai stato portatore di proposte come questa: se c’è un cambio di rotta le fa piacere. Ha auspicato che i colleghi di partito di repetto a Roma conoscano e siano in accordo con la proposta, aggiungendo però che essa è fuori tempo massimo: sono mesi che il pres. Kompatscher sta discutendo con tutti i ministri in merito, soprattutto in relazione all’emergenza Covid, senza successo, anche se si auspica di arrivare presto a una soluzione. A fronte di questo, è strano che repetto arrivi ora con questa mozione, che comunque il suo gruppo avrebbe appoggiato.
Secondo Helmuth Renzler (SVP) la mozione va nella direzione giusta, ma alcuni punti vanno modificati; il Consiglio provinciale sostiene le trattative che Kompatscher porta avanti a Roma, e in questo senso la mozione va nella direzione giusta. In quanto ai debiti dell’Italia, essi sono legati anche ai tassi altissimi che l’italia deve pagare, non a comportamenti della popolazione italiana. La provincia non ha vissuto male, negli ultimi 30 anni, nello Stato italiano, e ora può gestire il 90% dei tributi; non va dimenticato il contributo dell'autonomia finanziaria alla qualitá della vita locale ma nemmeno il contributi della provincia all'indebitamento; la mozione è a favore delle trattative tra Giunta e Governo.
Il pres. Arno Kompatscher ha chiarito, citando Magnago, che non c’è autonomia senza autonomia finanziaria, e che la sovranità finanziaria significherebbe stabilire da sé le imposte. Ha quindi annunciato sostegno alla mozione, i cui obiettivi sono da lui promossi da tempo. Una parte della sovranitá fiscale è già stata raggiunta con le imposte locali; va considerato che parte dei servizi sono ancora gestiti e finanziati dallo Stato; a questo si aggiunge il contributo di solidarietà della Provincia, secondo un meccanismo in vigore anche in altri stati: Tirolo e Baviera fanno lo stesso. Anche con la sovranità fiscale si dovrebbe garantire il 10% allo Stato: questa è la direzione in cui si sta lavorando. L’intesa con la regione, prevista nel testo, è comunque destinata a sviluppare l‘Autonomia dell’Alto Adige: bisogna muoversi insieme perché altrimenti non ci sarebbero possibilità: non si tratta di farsi dettare l'agenda da Trento. Va peró respinto il punto (c) perché non si vuole ridefinire il Patto di garanzia: “Esso protegge noi, non lo Stato”. Repetto ha replicato che effettivamente la logica attuale è di trattare insieme, poi ogni provincia porta acqua al proprio mulino. Ha quindi ricordato che il patto del 2014 risale al Governo Renzi, il che dimostra che il PD da sempre ha dato un segnale forte nella direzione di un’Autonomia dinamica.
Respinte le premesse, la mozione è stata in parte accolta: il punto (a) con 32 sí e 1 no (le parole relative all’intesa con la provincia di Trento con 30 sí e 2 no), il punto (b) con 32 sì e 1 astensione (i riferimenti alla regione con 30 sì, 2 no e 1 astensione) , il punto (d) con 32 sí e 1 astensione. Respinto invece il punto c) (5 sì, 20 no, 8 ast.)
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Imm seduta Consiglio Provinciale di Bolzano - 10.06.2020
(MC)